28/01/2021

In Burkina Faso la malnutrizione è una piaga che colpisce centinaia di migliaia di bambini e spesso rappresenta la causa dei decessi neonatali. Molti bambini soffrono di malnutrizione acuta, che si manifesta con emaciazione o magrezza, mentre altri vivono in condizioni di malnutrizione cronica che, meno visibile, sta provocando un ritardo nel normale sviluppo psicofisico di oltre un milione di bambini.

Le organizzazioni Associazione Amici dello Stato brasiliano Espirito Santo – Centro di Collaborazione Comunitaria (AES-CCC) e Mani Tese, insieme a partner quali Ocades Caritas Tenkodogo, l’Union des Associations des Femmes de la Commune de Garango pour la Solidarite (UAFCGS), ETIFOR, DRS-Centre Est e DRAAH-Centre Est, vogliono combattere la malnutrizione infantile con il “Progetto per il miglioramento delle condizioni nutrizionali di donne e bambini nei distretti sanitari di Garango e Tenkodogo, Burkina Faso” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto, che si svilupperà in 144 villaggi, si propone inoltre di diversificare l’apporto nutrizionale delle famiglie rurali e migliorare il reddito delle donne.

Per verificare l’impatto delle nostre attività, nel mese di novembre, siamo andati a trovare la signora Adissa Guené, che vive nel villaggio di Ibogo, regione di Centro-Est. Adissa è una delle beneficiarie del progetto ed è nonna del piccolo Adelo, i cui genitori sono migrati fuori dal Paese.

“Adelo soffriva di malnutrizione acuta – ci racconta Antonine dell’UAFCGS, operatrice sanitaria del villaggio – ma grazie all’impegno della nonna e alle risorse date dal progetto, ha potuto beneficiare della pappa arricchita, a base di farina di mais e arachidi, ed è diventato più forte”.

La signora Adissa con il nipote Adelo durante l’intervista

La testimonianza di Adissa

“Mi chiamo Adissa Guené, ho 65 anni e per vivere intreccio erbe e coltivo i campi. Sono vedova e vivo nel villaggio di Ibogo. I miei figli sono migrati per lavoro e mi hanno affidato temporaneamente i loro figli. Io sono rimasta qui nel villaggio dove è difficile procurarsi il cibo per sé e la famiglia”.

“In particolare la situazione di mio nipote Adelo era critica: finché non vi ho conosciuti non è stato facile, ma ora, grazie al supporto alimentare e sanitario che ricevo, va molto meglio. Adesso Adelo sta bene, ma ho ancora bisogno di aiuto per dar da mangiare ai miei nipoti. Senza niente nella pancia la vita non ha lo stesso sapore…”

“Ho conosciuto il progetto durante le campagne di sensibilizzazione nel villaggio continua Adissa Da allora la nostra vita è migliorata e per questo vi ringrazio molto. Possa Dio aiutarvi nel vostro lavoro, benedirvi, risparmiarvi sofferenze e darvi buona salute”.

I nipoti di Adissa giocano in cortile

Qui di seguito una foto di Adissa con Adelo e una foto di tutti i nipoti di Adissa.

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