ECUADOR: DOPO IL TERREMOTO, VERSO IL RECUPERO DELLA SOVRANITA’ ALIMENTARE

Il 16 aprile scorso un forte terremoto ha colpito l’Ecuador provocando circa 700 morti. Le ONG Mani Tese, COSPE, CRIC e Terra Nuova si sono subito mobilitate per una raccolta fondi volta alla ricostruzione del tessuto socioeconomico nelle aree rurali delle provincie di Esmeraldas e Manabì, quelle più colpite dal sisma. Mani Tese, in particolare, […]

Il 16 aprile scorso un forte terremoto ha colpito l’Ecuador provocando circa 700 morti. Le ONG Mani Tese, COSPE, CRIC e Terra Nuova si sono subito mobilitate per una raccolta fondi volta alla ricostruzione del tessuto socioeconomico nelle aree rurali delle provincie di Esmeraldas e Manabì, quelle più colpite dal sisma. Mani Tese, in particolare, grazie a questi fondi sta contribuendo al recupero della sovranità alimentare di circa 90 famiglie.

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Il Cantone Muisne, che si trova in Ecuador nella provincia di Esmeraldas, presenta una situazione allarmante di povertà estrema e una carenza di possibilità di impiego aggravate dal terremoto. Le varie comunità della UOCE (Unione delle Organizzazioni Campesine della Provincia di Esmeraldas) sono state colpite duramente dal sisma subendo danni significativi alle loro proprietà e alle attività economiche legate all’agricoltura. La situazione si è ulteriormente aggravata a causa del fenomeno del Niño che ha provocato, negli ultimi mesi, diverse inondazioni distruggendo molte piantagioni, in particolare di cacao, banana e frutta.

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Mani Tese, nell’ambito del progetto Sovranità alimentare e agroecologia per le comunità colpite dal terremoto, in collaborazione con UOCE e FIAN Ecuador, ha avviato in questa località un piano di riattivazione degli orti comunitari dei prodotti della filiera corta. L’obiettivo del progetto è quello di supportare la riattivazione produttiva delle comunità della UOCE colpite dal terremoto per recuperare la propria sovranità alimentare.

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In particolare, sono stati realizzati due orti comunitari e due orti familiari e sono stati ripristinati quattro orti comunitari per preservare e recuperare le coltivazioni tradizionali delle zone colpite dal terremoto. Sono stati distribuiti serbatoi per raccogliere l’acqua, sementi di ortaggi, leguminose e piante da frutta. Sono stati anche forniti i materiali per la costruzione di un orto modello per il recupero delle coltivazioni tradizionali, che sarà localizzato in una proprietà di due ettari della UOCE. L’orto vuole rappresentare, tra l’altro, un luogo di apprendimento e condivisione fra le persone del villaggio, che metteranno a disposizione la propria manodopera, e i ragazzi della scuola di agroecologia e politica della UOCE.

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